Senza categoria

now browsing by category

 

Parco del Paglia

Partenariato progetto Trame di comunità bando regionale POS FSE 2014-2020-asse 2 – azioni per la realizzazione di un Parco del fiume Paglia

2020 – Self care community

Self Care Community – Comunità sostenibili, resilienti e attivanti

Verso il Parco del Paglia

Documento curato dalle Associazioni locali sull’area dei Laghetti di Ciconia come nucleo centrale di un possibile Parco del fiume Paglia.

Micropolis, 02/2019 articolo

Articolo di Enrico Petrangeli a pagina 11, “ La rabbia del Fiume e la violenza degli argini” sui disastri naturali e le re-azioni delle comunità locali.

Trame di comunità il progetto

Trame di comunità (TdC).
Laboratori sociali, Community Hub, ricerca-azione per l’incontro di patrimoni
territoriali e capitali sociali nell’area interna Sud-Ovest Orvietano

Lettera aperta al sindaco, 6 febbraio 2017

Lettera aperta al Sindaco
Orvieto, 6 febbraio 2017

Egregio signor Sindaco

In una nota di qualche giorno fa (è stata sui giornali on line venerdì 3 febbraio), il Comune di Orvieto, sollecitato da commercianti e cittadini che stanno intorno a Piazza del commercio e al Centro polifunzionale “il Borgo”, elenca le attenzioni che sta dedicando ad Orvieto Scalo.
A nostro giudizio, quell’elenco di opere è incongruo perché il Comune: si attribuisce meriti in realizzazioni per le quali, purtroppo, ha fatto solo da spettatore; confonde adeguamenti funzionali con opere di riqualificazione perdendo il senso delle richieste dei cittadini; è piegato su una logica di intervento parcellizzata senza una visione d’insieme.

A proposito dell’area urbana del Paglia, per esempio, si lascia intendere che le arginature sono anche opere di riqualificazione. Falso. Avrebbero potuto esserlo proprio se il Comune avesse accolto le richieste del mondo associazionistico e avesse esercitato la sua influenza di autorità locale con Regione e Consorzio di Bonifica.
E, visto che nella nota del Comune si dice che le scelte sarebbero state condivise con le associazioni, facciamo un po’ di storia. Nel marzo 2014, 14 associazioni si misero insieme pubblicamente nell’Accordo per il Parco ed ottennero dal Comune, Sindaco Concina, l’impegno ad usare i fondi del PRUSST per il Parco fluviale. Su impulso dell’Accordo, si fecero successivamente numerose riunioni in Comune. Fino al novembre 2014 quando, finalmente acquisita la certezza del finanziamento, il Comune, Sindaco Germani, avocò a sé ogni attività di progettazione e decise unilateralmente come spendere le risorse. Il Comune ignorò la proposta di collaborazione dell’Accordo e vanificò la richiesta di accesso agli atti, fatta dallo stesso Accordo quando si rese conto che nessuno degli interventi progettati dal Comune era stato individuato come prioritario durante le riunioni di progettazione partecipata.
Da allora stiamo ancora chiedendo di realizzare il cosiddetto masterplan, cioè un progetto di massima sulla piana fluviale, dal Tevertino a Pagliano con un focus in area urbana. Quello avrebbe consentito di discutere e di elaborare un sensato progetto di riqualificazione urbana integrato e complessivo tra gli abitati di Orvieto Scalo, Ciconia e Sferracavallo sulla base del quale discutere con Bonifica e con Regione la progettazione delle opere di diminuzione del rischio idraulico.
Come abbiamo detto più volte, invece, la più importante opera pubblica sul territorio, gli argini del fiume in ambito urbano, è stata realizzata senza una visione di contesto e una prospettiva di fruizione pubblica per l’economia sociale. E già da adesso si dovrà intervenire a modificare e già adesso si pone il problema della manutenzione per cui non ci sono risorse.

Egregio sindaco, comprendiamo la difficoltà di amministrare di questi tempi una cittadina particolare come Orvieto. Comprenda Lei però, che proprio per la particolarità dei tempi e per esercizio di cittadinanza attiva, una comunicazione come quella appena fatta dal comune, è percepita come una superficiale ed arrogante esibizione di vacuità. Purtroppo costosa in termini economici e di quotidiano disagio.

Distinti saluti,
Il Direttivo

Scarica il PDF qui Lettera aperta 6_2_17

Lettera ai soci di fine 2016

Car@ soci@,

Eccoci ormai alla fine del 2016; è tempo di bilanci e anche noi proviamo a farne uno sulle cose delle quali ci siamo occupati.
I bilanci ufficiali, quelli delle istituzioni, sono obbligati a vedere il positivo anche dove non c’è e a parlare sempre del bicchiere mezzo pieno. Noi, che siamo un’associazione volontaristica di promozione sociale, possiamo concepire il bilancio in maniera critica e così attraverso le nostre considerazioni sullo stato delle cose, possiamo esercitare una funzione testimoniale su come quelle stesse avrebbero potuto essere.

Abbiamo visto i cantieri nell’alveo del Paglia. Dovevano costruire difese passive per proteggere da eventuali piene alcune zone di Orvieto Scalo e di Ciconia. Fin dall’inizio abbiamo monitorato i lavori e sollecitato i responsabili politici e tecnici perché fossero efficaci e perché gettassero le basi di un percorso di riqualificazione urbanistica e di rinaturalizzazione.
Ci sono stati accordati vari sopralluoghi a seguito dei quali abbiamo evidenziato una serie di incongruenze. Nonostante le rassicurazioni e le promesse, non è stato fatto niente per risolverle. Ad oggi purtroppo quelle incongruenze sono lì, sotto gli occhi di tutti quelli che li vogliono vedere.
È impossibile sostenere che la più importante opera pubblica degli ultimi decenni sia stata fatta “a regola d’arte”. Speriamo di non doverne mai sperimentare l’efficacia in caso di inondazioni; tutti i giorni però vediamo le brutture e sperimentiamo i disagi di argini incoerenti con il contesto urbano nel quale sono stati realizzati e con le funzioni sociali, di cittadinanza e di sviluppo, che in un contesto urbano si esercitano.

Il Consorzio di Bonifica per conto della Regione ha progettato e diretto lavori in autonomia come gli deriva dalle sue competenze idrauliche. Non ha saputo né voluto partecipare effettivamente il suo operato: né con le istituzioni locali, né con le associazioni di cittadini. Ha costruito terrapieni e muri di difesa passiva non considerando la possibilità di accesso al fiume da parte dei cittadini e dunque penalizzando ogni forma di mobilità dolce. E la manutenzione di quei manufatti preoccupa già da adesso.

Il Comune ha fatto propria soltanto la retorica relativa al Parco Fluviale. Non ha saputo o voluto esercitare la capacità di influenza che gli deriva dall’essere autorità politica locale e dunque espressione di una comunità. Manca ancora di un master plan d’area ed evita progettazioni partecipate: così facendo, invece che strategie di riqualificazione, propone solo episodiche realizzazioni. Di facciata e non strutturali. Il Parco fluviale diverrà significativo, per gli stili di vita della cittadinanza e per possibili utilizzazioni di economia sociale, soltanto quando si arriverà a considerare l’alveo del Paglia come uno spazio verde e baricentrico capace di interconnettere tra loro Sferracavallo, Orvieto Scalo e Ciconia e come un fulcro per interfacciare la città e il territorio sulla via dello sviluppo di comunità.

Il Contratto di Fiume è fermo. A maggio fu presentata una relazione sul suo processo di costituzione. Da allora si è in attesa che si trovino fondi per il funzionamento. Speriamo che quando ciò avverrà il Contratto di fiume migliori la sua capacità di comunicazione e di coinvolgimento e si dia organizzazione adeguata. Se no rischia di immiserire al particolare interesse di qualche lobby la sua funzione di strumento per lo sviluppo del territorio.
Considerazioni analoghe siamo portati a fare riguardo la Strategia per l’Area Interna dell’Orvietano.

Che fare in questa situazione? Ci stiamo riflettendo, ma sarà l’argomento della lettera di inizio d’anno.

Per il momento chiudiamo riconquistando una nota di serenità:
Buone Feste e Buon 2017.

Il Direttivo

Scarica il PDF quiLettera ai soci di fine 2016

Quarta cartolina: il fosso dell’Abbadia. Gli accessi al Parco e una prima buona notizia

p1030693_mini

Questo è il sottopasso della strada della Direttissima (la foto è di aprile, si stava istallando il cantiere), in fondo si vede quello dell’autostrada. Sono stati realizzati sul percorso che il Fosso dell’Abbadia (non si vede, è oltre il terrapieno a sinistra) fa per immettersi nel Paglia. L’intervento su questa area può, anzi deve, considerare che di qui possono accedere al parco fluviale anche i suoi fruitori. Prima della chiusura ferragostana fervono i lavori: venite a vedere quanto è cambiato l’aspetto dell’area e provate ad immaginarne la sua sistemazione.
Orvieto scalo è stato costruito intorno alla stazione ferroviaria ed ha trovato la sua iniziale direttrice di espansione urbana a ridosso del fosso dell’Abbadia. Aree di rispetto e percorsi ciclo pedonali idonei che costeggino gli argini del fosso raggiungerebbero gran parte dell’abitato connettendo 2 parchi urbani, la scuola media, le zone residenziali, i negozi e gli uffici. Il percorso del fosso dell’Abbadia assumerebbe così una funzione di “arteria della mobilità dolce” essenziale al miglioramento della qualità della vita dei cittadini residenti ma anche di tutti quelli che vorranno fruire del parco fluviale raggiungibile, sul versante di Orvieto scalo anche dagli accessi di Piazza della Pace e di via Ulderico Stornelli.
Le considerazioni appena fatte per Orvieto scalo possono ripetersi, con variabili di contesto non di struttura, per Ciconia e per Sferracavallo: la ricucitura urbanistica della parte moderna della città di Orvieto potrebbe veramente ricominciare dalla valorizzazione del reticolo fluviale del Paglia ai piedi della rupe.
In questi giorni si sta lavorando anche sul tratto di confluenza del fosso dell’Abbadia con il Paglia. Per quest’area ci sono un progetto esecutivo del Comune e uno virtuale della Provincia su cui diremo qualcosa in un’altra cartolina. Venendo da Ciconia, appena superato il ponte dell’Adunata, prima di immettervi nella “Rotonda” date un’occhiata alla vostra destra. Rapida e fugace ché lo slalom è impegnativo: oltre le ruspe e il polverone potete vedere l’incannucciato regolare dell’orto di un privato. Ora, ripreso il controllo dell’autovettura, pensate che l’area potrebbe accogliere, tra l’altro, un sistema di orti sociali funzionale anche alle esigenze del vicino Polo scolastico. A proposito, quanti conoscono la meravigliosa “Valle degli Orti” che c’è alla Patarina lungo il Fosso Albergo La Nona?

Il Comune di Orvieto ci ha assicurato che entro settembre avremo un Master Plan degli interventi sul reticolo fluviale in ambito urbano, dei rendering delle realizzazioni più significative e un accordo per la progettazione partecipata del Parco Urbano del Paglia. Ci sembra un gran bella notizia e ringraziamo il Sindaco e l’ingegner Longhi per la loro disponibilità.
Viste le esperienze pregresse non ce ne vorranno se continueremo a sollecitare la cosa, se renderemo pubblici eventuali ritardi e/o riduzioni, se continueremo a scrivere le nostre cartoline.

Qui sotto un suggerimento sulla sistemazione delle difese idrauliche del fosso dell’Abbadia e degli altri fossi perché siano anche opportunità di connessione sociale.

A presto,
Il Direttivo
20140424175003_fortezza-sottopasso-a-22-2006_1_big