Lettera, 4 luglio 2015

Caro fiume Paglia,
per quest’anno vedi di non fare la piena. Non siamo ancora pronti.
Del resto, sono passati appena tre anni dalla tua catastrofica esondazione del 2012 e gli esperti c’hanno detto che così grosso ci diventi solo ogni duecento anni. Allora, per favore, aspetta ancora un po’.

A gennaio c’avevano assicurato che era tutto a posto. Tutti gli enti che dovevano esprimersi sugli “interventi urgenti per la mitigazione del rischio idraulico”, parlano così tra di loro forse per non farsi capire da noi, si sono riuniti nella Conferenza dei servizi. Ne abbiamo contati più di 20: una specie di piena fatta dalle istituzioni che, come le tue, una volta passate lasciano solo melma.
Comunque ci avevano detto che avrebbero fatto le opere di difesa per quelle parti di Orvieto Scalo e di Ciconia che finiscono sott’acqua.

Poi qualcuno di loro c’ha ripensato, abbiamo capito che la società autostrade, che si vanta di “muovere l’Italia”, tiene tutto fermo. Però la Regione Umbria aveva la contromossa, il Piano B come gli piace dire.
La Presidente, la chiamano anche Governatrice, ha i super-poteri del Commissario straordinario e può firmare il Decreto di Indifferibilità. Cioè un decreto che dice che quelle opere s’hanno da fare subito: c’è di mezzo la pubblica incolumità.

Caro fiume Paglia, lo so che adesso ti arrabbi: infatti noi ti chiediamo di differire, cioè di rimandare una tua piena, fino a che la Presidente non abbia firmato l’indifferibilità degli interventi. Sembra uno scioglilingua, ma questo è riuscito a produrre la burocrazia. E non ti chiederemmo nulla se non fosse che in caso di una tua piena, noi ci rimetteremmo senz’altro mentre loro inventerebbero qualche altro artifizio illogico-burocratico.

In tre anni abbiamo potuto vedere come la frammentazione delle responsabilità istituzionali, le difese corporativistiche dei funzionari, le riforme istituzionali e anche le consultazioni elettorali abbiano impedito una programmazione territoriale partecipata di tutela e di valorizzazione e abbiano invece favorito lobbyes e centri di potere.
Adesso ci piacerebbe sapere anche per quali intrighi di palazzo tarda anche questo Decreto di indifferibilità, non foss’altro che come caso di studio. Oltre alle opere di messa in sicurezza vorremmo che la trasparenza e l’interesse pubblico fossero indifferibili.

Ma lo so, caro fiume Paglia che a queste cose non sei interessato. Riguardano gli umani.
Noi abbiamo spesso citato una poesia di Bertolt Brecht, che ti dedichiamo e ci dedichiamo di nuovo perché ci accomuna:
«tutti a dire
della rabbia del fiume in piena,
e nessuno
della violenza degli argini che lo costringono».

Il Direttivo


Comments are Closed