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Riaperta la passerella sul Paglia: take a walk on the wild side.

La passerella sul Paglia danneggiata dall’alluvione del 12 novembre 2012 è stata riaperta. Se fatta a qualche giorno di distanza la cosa sarebbe stata degna di applauso, avrebbe autorizzato e giustificato lacrimoni di commozione.

Ma per cambiare una trentina di traversine in legno ci sono voluti 17 mesi: una ogni mese e mezzo. Grosso modo. Il problema non erano le traversine, si difenderà qualcuno. Il problema non erano e non sono le traversine confermiano noi alludendo a cose completamente diverse che in questi mesi abbiamo denunciato continuamente.

Si può di nuovo camminare tra Orvieto Scalo e Ciconia e viceversa senza i disagi e il rischio di essere investiti sul Ponte dell’Adunata. E questa è una buona notizia. Ma evidentemente, nella testa di chi sta intervenendo sul fiume, disagi e rischi devono accompagnare ad ogni passo gli abitanti di Ciconia e di Orvieto Scalo che vogliono andare a piedi (in bicicletta è formalmente vietato dai cartelli e reso quasi impossibile dal tipo di brecciolino usato).

Ciò che si vede spuntare non è un arbusto. Si tratta dei fili di ferro di gabbionature travolte dall’alluvione e maldestramente ricoperti.

Ne abbiamo evidenziati un po’, appena fuori dal camminamento. Secondo noi costituiscono un pericolo e sono la spia di un lavoro mal fatto. Le poche evidenze di cui disponiamo riguardo la dinamica dell’alluvione infatti consigliano di tenere pulito l’alveo per consentire il più rapido deflusso. La terra che ricopre quei fili di ferro andava spostata da un’altra parte.

Questo ciuffo nero che emerge tra i sassi non è una spugna di fiume. E’ un pezzo della rete per l’inerbimento delle scarpate. Già erano state fatte male le scarpate, già erano state messe male le reti ora, come testimonia la foto qui sotto, gli ulteriori interventi hanno aggravato la situazione: le sponde del fiume sono insidiose e impraticabili.

Guardandolo dalla passerella il laghetto mostra un’apparente stranezza

Si tratta del fronte della canalizzazione realizzata per far defluire le acque dell’ultima piccola piena del Fosso dell’Abbadia. I lavori della complanare hanno richiesto un ponticello di servizio, evidentemente realizzato male se si è ostruito causando un allagamento di parte del cantiere. A questo punto: cosa ci sarà nel laghetto che già aveva ricevuto acque di fognatura dopo questo ulteriore sversamento? A meno che qualcuno non stia pensando ad un progetto pilota per ricreare il paludismo in Umbria, è necessario bonificarlo.

Avevamo tanto insistito perché la scogliera sotto il Ponte dell’Adunata fosse realizzata in maniera da essere percorsa a piedi o in bicicletta.

A monte del ponte è già ridotta un colabrodo e dunque è impraticabile perché le piogge hanno lavato via il cappello di terra, evidentemente mal realizzato, che ricopriva i massi. A valle del ponte invece è proprio franata

Si vede meglio dall’alto

Si poteva prevedere che i flussi del canale delle acque piovane che scaricano in quel punto avrebbero potuto produrre quella frana? Pensiamo di si, e pensiamo anche che si poteva evitare.

Chiudiamo la passeggiata duecento metri più a valle. Dove c’è la bretella necessaria alla stabilità del ponte dell’Adunata.

Come prevedibile il fiume ha trovato la sua via ed è urgente intervenire in maniera appropriata. Per farlo ci sarà da rimuovere anche tutte le camionate di terra che impropriamente sono state depositate in quella zona con questo bell’effetto.

Da inequivocabili reperti la zona sembra essere luogo di “appartamenti amorosi”. Avviso agli utenti: se la terra trema sotto di voi, non pensate solo alla foga del vostro partner: potrebbe anche essere il fiume che sta smottando quel cumulo di terra. Fate retromarcia ed allontanatevi di un po’.

Chiudiamo con due citazioni: Brecht scrive, grosso modo:

«Tutti vedono la rabbia del fiume in piena; nessuno la violenza degli argini che lo costringono». E la stoltezza di chi vuole e fa quegli argini, aggiungiamo noi.

Walk on the Wild Side di Lou Reed che abbiamo usato per dare il titolo al pezzo chiude con un coretto: dou dou dou dou dou dou dou…

Interventi stampa e lettere aperte

In questa raccolta trovate gli interventi fatti a mezzo stampa e le lettere aperte inviate dall’associazione negli ultimi mesi. Ognuno dei documenti è già stato pubblicato almeno dai giornali on line di Orvieto i cui direttori ringrazio pubblicamente per l’attenzione che ci hanno accordato.

Lo scopo di questa “raccolta” è duplice: in primo luogo si vuole mettere insieme quanto prodotto per facilitarne l’accesso da parte di chiunque sia interessato; in secondo luogo si vorrebbe indurre una rilettura dei vari documenti per consentire una valutazione critica di ciò che l’associazione ha fatto e sta facendo, ma soprattutto di ciò che si è fatto e si sta facendo da parte degli organismi che hanno competenze istitutzionali sul bacino idrico del fiume Paglia. Provate a considerare i contenuti delle nostre richieste e proposte secondo una prospettiva cronologica confrontandola con ciò che è stato fatto. Buona lettura.

Parco Civico del Paglia – Le Ragioni
lettera a MONTI
Lettera Ass. Rometti
Lettera aperta
Cons. com. Val di Paglia BC
Cons. Com. 12 Novembre
Comunicazione ai soci e i giornali online
Un anno perso
Un’istantanea da Orvieto
Lettera aperta ai cittadini del 19 gennaio 2014
Lettera ai concittadini del 20 febbraio 2014

Interventi sul fiume Paglia e i suoi affluenti: buone teorie e cattive pratiche?

Ecco il testo della lettera aperta inviata dall’associazione alle istituzioni e cortesemente pubblicata dai quotidiani orvietani on line.

Interventi sul Fiume Paglia e sui fossi affluenti: buone teorie e cattive pratiche.

Gentili signori,
paragonando le cose dette al Consiglio Comunale aperto che si è tenuto ad Orvieto il 18 febbraio e di cui siete stati gli autorevoli protagonisti con gli episodi cui si assiste andando sulle rive del fiume, in qualità di rappresentante (pro tempore) di una associazione di cittadini ho sentito necessario scrivervi questa lettera “aperta”.

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